La risurrezione del Festival di Sanremo

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Più che Arisa, la Calimero delle Proposte 2009 , e l’ex Amico Marco Carta, vincitore nella categoria Artisti , questa 59ª edizione del Festival di Sanremo l’ha vinta Paolo Bonolis.
Data per agonizzante, dopo le non tanto apprezzate versioni “baudesche” degli ultimi due anni (ma neanche Panariello prima di lui aveva fatto meglio), la più famosa kermesse canora made in Italy è tornata all’improvviso a godere di ottima salute.

Quasi un miracolo, insomma. Si potrebbe pensare che siano state le intimidazioni dei dirigenti Rai alla vigilia della manifestazione a spingere più di dieci milioni di italiani a sintonizzarsi per cinque sere consecutive su Raiuno.

Tuttavia l’idea di perdere per sempre o di vedere ridimensionato l’evento musicale che ha segnato la vita di diverse generazioni di italiani non è sicuramente il motivo alla base di questa risurrezione. Visto lo spirito distruttivo e non costruttivo che caratterizza il pubblico televisivo. La nuda verità è che il merito è tutto di Paolino e della sua idea di festival con la quale sapeva si sarebbe giocato la faccia e la carriera.

Tanti sono stati i punti di forza di questa edizione, non ultime le canzoni che, contraddicendo tanta critica negativa, non sono certo state in secondo piano rispetto agli artisti (o pseudotali) di contorno che sono intervenuti.

Mina, Roberto Benigni, il patron di Playboy Hugh Hefner e le sue conigliette, l’immancabile fuoriprogramma della pornostar che è salita nuda sul palco dell’Ariston sono stati solo alcuni degli ingredienti che hanno influito sul termometro dell’Auditel.
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Anche la curiosità sulle cinque donne e i cinque uomini che ogni sera hanno affiancato Bonolis e Laurenti nell’annuncio delle esibizioni degli artisti ha portato il pubblico da casa a buttare un occhio a ogni puntata.

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La scelta di cinque donne accomunate solo dal fatto di appartenere allo stesso genere – essendo state stranamente selezionate fra attrici, conduttrici e ballerine di successo – e di cinque uomini da copertina è stata originale e a quanto pare gradita.

Soprattutto quest’ultima che ha dissipato il luogo comune delle vallette mute in tv che svolgono lo stesso ruolo di una bomboniera: belle e inutili. Ecco questa volta i ruoli sono stati invertiti e belli e inutili sono stati ben cinque uomini.

Oltre ai contenuti anche la formula del programma con ritmi serrati e tempi non inutilmente dilatati ha sicuramente contribuito a mantenere alta l’attenzione e ad attirare tanti giovani che sono così riusciti a seguire senza assopirsi il beniamino dello scorso anno di “Amici” fino a incoronarlo vincitore. E già.

Perché è soprattutto grazie ai teenager che lo spaesato cantante sardo si è aggiudicato il podio e non certo per la sua canzone “La forza mia” definita, a ragione, dal critico musicale Mario Luzzatto Fegiz di “rara banalità”.  Ma quando ci si affida al popolo…
arisaDiverso invece il giudizio sul motivo, quasi una filastrocca, della bizzarra Arisa che ha vinto fra le “Proposte”. La sua imbarazzante semplicità e l’aspetto buffo hanno conquistato gli italiani che ora canticchiano la sua “Sincerità”.

Quando originalità e banalità vanno a braccetto…

Mentre si tirano le somme sui risultati del grande Festival di Paolino, è partito il totoconduttore per la prossima edizione.

In bocca al lupo, per il prescelto saranno tempi duri.

Di Rossella Abate

Un pensiero su “La risurrezione del Festival di Sanremo

  1. la resurrezione del festival di Sanremo dello scorso anno,oltre alla brillante conduzione di Paolo Bonolis, è dovuta alla partecipazione al Festival di Marco Carta, che ha portato un’enorme quantità di pubblico giovane in più. Io stessa, (ho quasi sessantanni), con mio marito abbiamo dato parecchi voti a Marco, per vederlo vincere. Ed era qualcosa come quindici anni che non guardavo il Festival. Se vogliono ancora un grande pubblico, devono portare a Sanremo i giovani emergenti di Amici o XFactor. Questo è il consiglio che io posso dare. Naturalmente con molta attenzione anche ai testi e musica delle canzoni, perchè, (detto tra noi), la canzone di Marco Carta non aveva un gran testo…Nonostante tutto, abbiamo il dovere dei aiutare i giovani emergenti,e non tarpargli le ali sul nascere. Ben vengano quest’anno Alessandra Amoroso e Valerio Scanu, e se lo meriterebbe anche Silvia Olari, visto che Marco Mengoni ci va di diritto.

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