Tracklist e recensione The King of Limbs Radiohead

Radiohead The King of Limbs
I Radiohead non rappresentano una band il cui lavoro può essere spiegato velocemente tramite Internet.

Tutto quello che i Yorke / Greenwood Think Tank producono è strumentale/ in studio, difficile da comprendere solo dopo pochi ascolti.

Neil McCormick ha recensito il nuovo album “The King of Limbs” dei Radiohead traccia per traccia.

  1. Bloom – Un (quasi letteralmente) insolito, sobrio, apertura atmosferica, percussioni elettroniche a scatti, un’ atmosfera orchestrale su cui galleggia il mumble etereo di Thom Yorke. Allo stesso tempo profondamente strano e invitante, Bloom mi lascia un formicolio delizioso. Qual è, stranamente, solo su ciò che ci si potrebbe aspettare.
  2. Morning Mr Magpie – La leggerezza della percussione sembra attraversare una sorta di solco marimba africana con quasi un rock blues chug, abbattendo in modo intermittente, con sprazzi di ambiente sud dubstep londinese. “Hai una bella faccia tosta a venire qui / hai rubato tutto, dare indietro” canta Yorke, la sua dolce melodia smentisce l’accusa più tardi. “Hai preso la mia melodia.” Sinister “e piacevole al tempo stesso. Essi sono (come sempre) maestri di dicotomia musicale.
  3. Little By Little – cade giù e si riversa fuori dei relatori, come una collisione accidentale di musica country e jazz in forma libera costruita intorno ad un rampicante e che rientrano linea di basso e percussioni. “Io sono come una presa in giro e tu sei un flirt” Yorke canta in falsetto rotto. Infatti. Anche con chitarre e cori in sottofondo, c’è una tenerezza in questo album dei Radiohead, finora, che suggerisce seduzione, piuttosto che attaccare.
  4. Feral – strumentale che mantiene la tarda notte ambient post-dubstep con una luce quasi jazz-groove percussivo africano.
  5. Lotus Flower – Il singolo è una bellezza. Yorke canta è luce e mellifluo, quasi fluttuando sopra il groove come gli promette “Io ti libererò.”
  6. Codex – Dolce, sensibile al pianoforte, ha il ritmo di una ballata, con le note armoniche di corni e orchestra così distante da appena intromettersi. Ancora una volta, voce di Yorke è dolce e melliflua, come egli ci invita a tuffarsi nelle acque limpide. “Nessuno si fa male”, promette. Una volta i Radiohead sembravano essere l’ultima band dopo l’apocalisse, ma questo è l’ottimismo, l’audace uso dello spazio come il pop più profondo che guarda al futuro.
  7. Give Up The Ghost – Una ninna nanna da fuoco da campo per la fine del mondo. Delicatamente le chitarre acustiche pizzicate e un tremulo distorto supplica: “Non farmi del male”, come lo spirito debole di una cantante gospel dimenticata riecheggiando lungo i secoli. offerte Yorke ci riunisce lasciandosi abbracciare dalle braccia di un amante. E’ ‘una bellezza, un ronzio nella penombra musicale, un fantasma nel (OK) computer.
  8. Seperator – Terminando né con un botto e nè un lamento, York e co. ci portano dolcemente in quella buona notte. I flussi di percussione è un tip tap di luce, il basso minimalista che trasporta solo l’accenno di un solco, mentre le note della chitarra moltiplicano in tutto. Yorke canta “Svegliami”, come un sonnambulo nel sonno. I Radiohead sono ancora una rock band ma questa è tutta un’altra cosa. Il suono della vocazione futura.
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radiohead The King of Limbs

Tracklist  The King of Limbs Radiohead

  • Bloom
  • Morning Mr. Magpie
  • Little by Little
  • Feral
  • Lotus Flower
  • Codex
  • Give Up the Ghost
  • Separator

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