Eâ stato ieri o forse lâaltro ieri,
Tornavo a casa che il Sole era già in piedi,
La mia piantina lì sul davanzale,
Mi supplicava di darle da bere.
Pensavo tanto, no ne trovavo il sensoâ¦
Volevo ridere, adesso che ci penso.
Io lì seduto che me ne stavo mite,
La mia piantina urlava ho sete.
Uno, due e tre, comincerò da me.
E non sarà di certo facile.
Sto già contando trentadue, maâ¦
Ci sto lavorandoâ¦
Dovuta agli animi irrequieti,
Dovuta come il sonno,
Dovuta al corpo stanco,
Dovuta al cuor.
Dovuta a chi ha dovutoâ¦
senzâaltro anche dovuta a chiâ¦
Dovuta e qui si taceâ¦
Dovuta un pò di pace.
Poi ho creduto di averla catturata,
Lâirrequietezza dâun tratto dileguata.
Eâ per la gioia che stavo per ballare, quandoâ¦
Il mio sorriso mescolavo al pianto.
Vivo in un mondo che mi porta lontano,
quello in cui vivo veramente mi è cattivo,
a petto in fuori urlavo io lo cambierò,
urlavo ma ero io per primo che doveo cambiareâ¦
Uno, due e tre, continuerò da me.
No non ho detto che sia facile,
Sto già contando trentadue, maâ¦
Ci sto lavorando⦠Ancora un pò.
Dopo un bel poco ancora un poco e dopo un pòâ¦
Un altro poââ¦