Testo Al Termine Del Mondo Giorgio Gaber
I vetri delle stanze hanno una forma rigida e perfetta
e lâuomo è fermo alla finestra, lâuomo aspetta.
Un grattacielo enorme, una mitologia nascente
e lâuomo guarda in basso dove câè la strada
e non fa niente.
Adagio, distrattamente, senza angoscia, né stupore
fa qualche passo nel silenzio delle stanze
copiando gelide e automatiche sequenze
senza futuro né passato
probabilmente il tempo si è fermato.
E ancora lui nel semibuio tocca con le mani
qualche oggetto, poi lo sposta
si direbbe senza farlo apposta
ma forse distrattamente pensa alla sua storia
sembra quasi con sollievo
il suo bilancio è positivo.
Un uomo che nella vita ha sempre usato la ragione
con la certezza di aver fatto tutto bene.
Adesso abbassa le lussuose veneziane
e aspetta il colpo di fucile della fine.
Ma forse commettiamo un grosso errore
quando si pensa che quellâuomo
aspetta solo di morire.
Quando si pensa al futuro della Storia
come lâavessimo già visto o lo sapessimo a memoria
quando si pensa a uno sviluppo inarrestabile
e perfetto come fosse Dio
e lo confesso câho pensato anchâio
piagnucolando per come aveva già ridotto
quel poco che restava ancora del soggetto.
à vero câè un momento
in cui ti pare sia finito il tuo viaggio
hai messo tutto a posto
senza accorgerti che stai morendo
che sei arrivato al capolinea
al termine del mondo.
Ma al termine del mondo per fortuna
le strade sono sempre più di una.
à vero abbiam commesso qualche errore
a dir che lâuomo muore
ma come Diogene, che certo non invidio
quanto si faticava a riconoscer lâindividuo.
Un individuo che obbediva alla sua sorte
ma stranamente non era ancora la sua morte
e dico stranamente per quelli come me
che hanno creduto troppo a Francoforte.
Ma al termine del mondo per fortuna
le strade sono sempre più di una.
Câè sempre qualcosa che sfugge
alla ragione del presente
persino lâesattezza e la potenza del sistema
lâabbiamo vista come un mito
probabilmente esagerato.
Câè sempre qualcosa che sfugge
alla ragione del presente
persino quel residuo di individuo
chi lo può dire che dâun tratto
non tiri fuori il suo carattere ancestrale
di stare sempre alla finestra col fucile.
Câè sempre qualcosa che sfugge
alla ragione del presente
persino lo sfacelo generale
magari è solo un giusto ammonimento
e non la fine irreversibile e totale.
*Ma câè sicuramente una ragione
se unâidea fa il suo bel giro
nella testa di un coglione.
Lâidea era quella troppo elementare
che tutto si potesse livellare.
Lâidea era quella troppo razionale
di un mondo senza un diavolo nel cuore.
Lâidea era quella di un mondo senza neanche un Dio:
il coglione ero io.*
Ma al termine del mondo per fortuna
le strade sono sempre più di una.
Ma al termine del mondo per fortuna
le strade sono sempre più di una.
Ma prima di ammazzare un uomo ce ne vuole
mettiamoci ogni giorno alla finestra col fucile
e lâultimo bagliore che vedremo bene
non sarà certo il colpo di fucile della fine.